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Dove
oggi sorge Santa Caterina Valfurva (in provincia
di Sondrio, regione Lombardia) un tempo si trovava
un antica palude dove a volte sprofondavano le mucche
condotte al pascolo: da qui il nome di "Magliavacca"
con cui la zona é stata per secoli denominata.
In ricordo del passato, ancora oggi la piazza centrale
del paese si chiama Magliavacca. |
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Alla
fine dell'800 quando ancora Bormio contava uno o due piccoli
alberghi, oltre al complesso termali stico dei Bagni,
la fama di Santa Caterina Valfurva come stazione
turistica era già diffusa a Milano e in mezza Europa.
La scoperta dell' "acqua forta"
avvenuta nel 1698 per opera del parroco del luogo, Don
Baldassarre Bellotti, diede il via alla prima forma di
quello che oggi é definito turismo: attirò,
infatti, a Santa Caterina famosi scienziati ed
illustri medici che, dopo aver studiato le caratteristiche
e le qualità dell'acqua, ne sancirono il suo carattere
di medicina"miracolosa". |
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L'"acqua
forta", così chiamata dai valligiani,
non era nient'altro che acqua ferruginosa ma con caratteristiche
organolettiche particolari, efficaci nella cura di moltissime
malattie. Da quel momento la località si affollò
di "sciori", cioè di turisti stranieri
e non, che accorrevano per bere l'ormai famosa acqua e,
approfittando del magnifico luogo, per fare passeggiate
nei fitti boschi circostanti. |
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Attorno
alle fonti di acqua ferruginosa vennero costruiti magnifici
padiglioni in legno in stile esotico, oggi non più
esistenti. Le dame più raffinate potevano usufruire
persino, di un servizio di portantine per raggiungere
il ghiacciaio dei Forni, che a quell'epoca si estendeva
fino a lambire l'odierno rifugio dei Forni. In seguito
sorsero altre strutture alberghiere e si costruì
un impianto di imbottigliamento per esportare le 20.000
bottiglie di acqua alcalino ferruginosa in tutta Europa. |
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Con
lo scoppiò della I° Guerra Mondiale, il gruppo
Ortles - Cevedale diventò un campo di battaglia
fra gli alpini italiani e le truppe austriache, rallentando
così il processo di sviluppo turistico che riprese
a cavallo tra gli anni 20 e 40. Dopo la fine della II°
Guerra Mondiale, ci fu un ulteriore periodo di stasi:
il termalismo di Santa Caterina perdette importanza andando
via via in rovina. |
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A
partire dagli anni 60 alcune famiglie del luogo cominciarono
a risiedere stabilmente lungo tutto l'arco dell'anno a
Santa Caterina Valfurva e costruirono il primo impianto
di risalita. Trasformarono quindi le rispettive abitazioni
in alberghi, dando vita in questo modo al turismo invernale.
La Valfurva divenne una delle mete più rinomate,
con quella sua neve soffice e morbida che si conservava
fino a tarda primavera. |
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